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Italia: il pressing sindacale conquista un accordo nazionale tripartito su occupazione, salute e sicurezza

25.03.20 News
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In Italia, il paese europeo più colpito finora dalla pandemia COVID-19, i sindacati si sono mobilitati fin dall'inizio della crisi a favore di misure forti per rafforzare i servizi sanitari pubblici e tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, l'occupazione e i redditi. Quando molte aziende hanno continuato la normale attività dopo la chiusura dell'8 marzo senza particolari misure di protezione, i sindacati hanno chiesto di intervenire.

Il 14 marzo le tre confederazioni sindacali nazionali, le principali organizzazioni dei datori di lavoro e il governo hanno firmato un protocollo sulle misure per contenere la diffusione del coronavirus nei luoghi di lavoro.

Queste misure includono: promozione del telelavoro; la sospensione delle attività che non sono essenziali per la produzione all'interno delle aziende e la riduzione al minimo degli spostamenti durante le operazioni; procedure igienico-sanitarie e di protezione rigorose; permessi retribuiti negoziati. I sindacati e i datori di lavoro che continuano ad operare sono incoraggiati a negoziare accordi specifici per l'azienda, che comprendono misure per fronteggiare la crisi. Sui posti di lavoro devono essere istituiti comitati per vigilare sul rispetto del protocollo, che comprende anche misure di monitoraggio e protezione della salute e della sicurezza dei dipendenti sul lavoro e il ruolo dei rappresentanti per la salute e la sicurezza.

Il protocollo è stato seguito da un decreto del 16 marzo "Cura Italia" che mobilita il sostegno finanziario per i settori più colpiti e incanala risorse aggiuntive ai servizi sanitari pubblici. Anche questo contiene misure specifiche per l'occupazione, tra cui il divieto di licenziamento collettivo e individuale per motivi economici per 60 giorni e un pagamento una tantum di 600 euro ad alcune categorie di lavoratori, tra cui i lavoratori agricoli.